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giovedì 16 agosto 2007

Troviamo i bambini: mia mamma mi ha dimenticato nel carrello




Sapete chi è questo bambino? L’avete già visto? La vostra testimonianza può aiutare i carabinieri che stanno cercando di scoprire chi sia e chi lo abbia abbandonato in un caldo pomeriggio di agosto seduto in un carrello del supermercato Carrefour di Nichelino, alle porte di Torino. Il bimbo è ora accudito all’ospedale Santa Croce di Moncalieri, è in buona salute e si ipotizza che possa avere circa 18 mesi. Forse è di origine slava, ma essendo così piccolo, non parla e balbetta solo qualche monosillabo.
Resterà ricoverato almeno fino a giovedì, per essere sottoposto a una serie di accertamenti clinici autorizzati dalla Procura dei minori. Nel frattempo, gli assistenti sociali stanno contattando i centri di accoglienza per l’infanzia dove il bambino sarà assistito da quando lascerà l’ospedale. Sono già migliaia le coppie che si sono offerte di adottarlo.Del caso si occupano il pm Marco Bouchard della procura di Torino, che di concerto con il tribunale per i minori, provvederà alla nomina di un tutore per il bimbo, i carabinieri della compagnia di Moncalieri e probabilmente presto anche gli investigatori del Ris che cercheranno tracce utili a risalire ai genitori del bambino.
Fonte
Lacrime. Silenzio e lacrime. Poi il pianto cresce con i singhiozzi. Si avvicina un dipendente dell’ipermercato. In uno dei corridoi del reparto drogheria c’è un carrello per la spesa abbandonato, pieno di merendine e con un bimbo sul seggiolino pieghevole. Ha maglietta arancione, pantoloncini corti blu, capelli castani, il viso sporco delle scie che le sue mani hanno lasciato trascinando il pianto. Sono le 17,30. Lanciano appelli dagli altoparlanti. Nessuno si fa vivo. E nessuno si è ancora fatto vivo, ore dopo, quando i carabinieri hanno già portato il piccolo in ospedale.
Abbandono? E’ quasi sicuro. Ma abbandono anomalo. Coppia devastata? Qualcuno in una fuga improvvisa? La resa di fronte a qualcosa di impossibile da reggere? O un’estrema ipotesi: una madre costretta con la forza a uscire. «A lui ci penserà qualcuno». Il bambino - dicono i medici dell’ospedale Santa Croce di Moncalieri, città della cintura, tutt’uno con Torino - ha almeno due anni, bianco di carnagione. Italiano? Dell’Est? Non parla, non reagisce. Piange in braccio a un’infermiera, lo accarezzano, gli bisbigliano alle orecchie con dolcezza. Niente. Solo lacrime e occhi sgranati come in uno stupore inafferrabile. Gli mettono tra le mani una macchinina rossa. La tiene da un lato, fissa assente chi gli passa le dita sulla guancia. Gli danno purea, una fetta di prosciutto, un succo di frutta. Mangia, e piange. Biberon e ciuccio gli portano quiete e incomincia a giocare con le infermiere. Oggi si occuperà di lui la Procura della Repubblica per i Minorenni.
Che cosa è successo lo potranno forse svelare le telecamere interne del Carrefour di Nichelino, l’altro grande centro della cintura sud, a due passi dalla tangenziale. Qualcuno quel carrello l’ha portato in giro tra i corridoi, qualcuno l’ha riempito, pasta e le merendine nel cellophan. Poi l’ha lasciato ed è uscito. Sono le 17,30 quando dal piccolo viso rigato di pianto si alzano grida sempre più forti. Si avvicinano clienti e un dipendente, Silvano Barrera. Gli parla, nessun accenno di risposta. Provano a sussurrargli, alle spalle, che «arriva la mamma». Niente ancora. Dalla cassa Annamaria Casella lancia un annuncio: «E’ stato trovato un bambino su un carrello…». Nulla da fare. Dalla postazione Vodafone, Marika Nordio ripete l’allarme in inglese, in francese. Nulla.
Mentre gli offrono caramelle, acqua, una tigre giocattolo per calmarlo, si avvertono i carabinieri. Il maggiore Orazio Danilo Russo dispone il trasferimento in ospedale e subito fa partire il controllo di tutti i filmati della sicurezza. Il piccolo ha una canottierina pulita, lo stesso i pantaloncini, sandali aperti. Non ha ferite, due piccoli graffi vicino all’occhio destro, un altro sotto il gomito, possono far pensare a una stupida caduta in una corsa di bimbi. Tiene quasi con ostinazione la punta delle dita in bocca: quando cercano di farlo sorridere al Carrefour, quando lo trasportano in auto, quando è in braccio all’infermiera Sabrina Sacchetti, del pronto soccorso pediatrico, che gli sussurra parole dolci, vuole stimolarlo. Sembra meno impaurito, ma in qualche modo lontano, disorientato senza più l’angoscia di quel corridoio tra gli scaffali.
Da dove vieni? Che ci facevi lì? Si può chiedere a un adulto senza memoria. Ma un bambino? Però alla risposta ci si deve avvicinare. Si fa venire una mediatrice culturale. All’inizio si pensava a uno zingarello (molti dai campi Rom e Sinti qui vicino frequentano d’abitudine l’ipermercato) e si prova a stuzzicarlo in romeno. Nulla. Ha più reazioni, seppure lievi, quando ascolta voci in italiano.
L’indagine che scruta ogni fotogramma delle telecamere ripercorre anche gli attimi di ogni persona presente al ritrovamento. Silvano Barrera, della vigilanza, annota: «Quando il personale ha sentito il bimbo e si è avvicinato, abbiamo perfino pensato che lasciarlo solo potesse essere un diversivo per svuotare scaffali altrove». Vigilato anche l’ingresso, dai filmati si vedrà chi è entrato, chi era nei corridoi, chi è uscito, senza il carrello che prima spingeva.
Lo spettro delle ipotesi non può piegarsi alle suggestioni facili. Di certo - lo confermavano ieri sera i vertici del Tribunale minorile - se come pare abbandono è, porta in sé caratteristiche nuove. Non c’è l’ottocentesco «figlio maledetto» di Balzac da rinnegare, non c’è il bimbo da consegnare alla ruota, non c’è la disperazione per un aborto non più praticabile. C’è un piano studiato con doppio cuore, crudele e premuroso: crudele per l’età, premuroso per la scelta del luogo affollato, dove «qualcuno lo vedrà».
Fonte



Vi preghiamo di diffondere a tappeto la foto di questo bimbo,
e se qualcuno lo dovesse riconoscere di rivolgersi alle autorità.
Grazie.




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